Teseghella nasce nel 1999, vive e cresce a Roccasecca in provincia di Frosinone, a metà strada tra Roma e Napoli. Le sue canzoni sono il punto esclamativo che interrompe una “giornata tipo”, a volte per una carezza, a volte per uno spintone. Strofe dall’attitudine hip hop fanno il paio con ritornelli pop cantautorali, aperti, aspri e appiccicosi.
L’artista è reduce dalle esibizioni sul palco del Concerto del Primo Maggio, dove si è esibito nella line up principale e su quello del Miami Festival al Circolo Magnolia. Teseghella è stato, inoltre, protagonista delle aperture di alcune date dei concerti di Gazzelle al Palazzo dello Sport di Roma, nell’ambito del suo “Dentro per sempre 2024” tour nei palazzetti italiani, e di Fulminacci nei club di Milano, Roma e Bologna. L’artista percorre un passo decisivo nel suo progetto musicale annunciando il suo EP d’esordio, intitolato “Roccasecca”, disponibile dal 12 luglio su tutte e piattaforme digitali.
È uscito il tuo primo ep “Roccasecca” in cui racconti, attraverso 5 canzoni, la tua vita e le tue emozioni: come ti senti per questo passo così importante e quali sono le aspettative per questo progetto?
Ho imparato ad azzerare qualsiasi aspettativa ed emozione relativa ai numeri, percezione delle persone o roba del genere. Ovviamente è bello vedere che una traccia come “Benone” è ancora ascoltata dopo diversi mesi, ma io sono interessato solo a questo, alla gente che si affeziona alla canzone, che crea un legame con la canzone. Ad oggi “Quando Roccasecca è vuota” è la meno ascoltata dell’EP eppure è la mia preferita e sono convinto che le persone, quando realmente in inverno rimarranno sole e infreddolite, si andranno a riscaldare un pò con quella canzone ed io sarò contento, non mi sarò interessato al numero degli streaming affianco la canzone, perché saprò cosa ha dato alla vita delle persone, alla mia vita.
Negli ultimi mesi hai girato molto in giro per l’Italia aprendo i concerti di Fulminacci e Gazzelle, ma anche partecipando al Primo Maggio con la tua “Benone”, come hai vissuto quest’esperienza?
Bene, ho un buon rapporto con il mio team, me la sono vissuta veramente come una gita, poi appunto questa domanda è proprio calzante con la risposta precedente; il live è il momento in cui vedi dal vivo, delle persone che però incarnano la tua canzone, ti accorgi che c’è stato un trasferimento, una trasformazione. Durante i primi live ero meno lucido ovviamente, però già ad esempio al Mi Ami, c’erano delle persone che cantavano, con gli occhi lucidi; capisci che l’essenza della canzone ha subito un trasferimento? Io la canto, faccio uscire queste emozioni dalla mia persona per darle alla tua e tu ti trasformi e la tua trasformazione mi restituisce gioia, perché capisco che le parole sono entrate sottopelle.
Quale canzone di “Roccasecca” ti rappresenta di più, a quale invece ti senti maggiormente legato e perché?
“Hollywood” è legata ad un periodo nero della mia vita, così buio che solo a pensarci mi vengono i brividi, però se dovessi essere rappresentato da due canzoni sceglierei: da un lato della medaglia, il ragazzo spensierato ma acuto di “Benone” e dall’altro porrei la narrazione piena di ma e piena di se di “Penso Penso Penso”. Penso che questi due lati di me siano totalmente complementari, “Benone” rappresenta l’estetica di Teseghella, “Penso Penso Penso” la morale.
Hai programmi per questa estate? Porterai in giro questo primo importante progetto?
Quest’estate ho in programma di scrivere tanto, riposarmi un pò, andare al mare dopo qualche annetto.
Quali sono le 3 canzoni che fanno parte del tuo bagaglio musicale che non possano mai mancare nella tua playlist?
“Like The Piano” di Sampha, “Stay Alive” di Mustafa e “Pelle Coat” di Lil Durk