È la sera del 17 gennaio e all’ArciBellezza sta per iniziare un live molto atteso. Si tratta del live di Sethu, nome d’arte di Marco de Lauri, originario di Savona ma ora adottato dalla grigia Milano, insieme a lui il fratello gemello Jiz, all’anagrafe Giorgo de Lauri, l’autore della parte musicale.
”Tutti i colori del buio club tour” dall’omonimo album è già nel titolo una provocazione ma come è possibile vedere dentro al buio e percepirne i colori? Prima di parlare del live in se vorrei menzionare i due artisti che il live lo hanno
aperto. Wemme Flow è stato il primo che colpisce per l’estrema spontaneità e Caro Wow, contagiosa per la forte energia e quella femminilità ilare che ama ironizzare su se stessa.
Il live inizia con la prima canzone dell’album intitolata “Questa è la fine”, è un ossimoro. È davvero la fine? Probabilmente no. E’ forse una fine apparente, quello sconforto generato da certezze che crollano, il finale che rende necessaria la stesura di un nuovo capitolo.
Questo nuovo capitolo arriva con il resto del live, si passa dalla rabbia contenuta in “Ossa rotte” alla cieca speranza racchiusa nel testo di “Ragazzi perduti”. Si arriva poi ai caotici featuring con i bnkr44 (grandi assenti della serata) e al duetto con la talentuosa Sally Cruz che però non ha brillato. Giunge poi il momento di “Cause perse” dove Sethu scende tra il pubblico. E’ un momento pieno di pathos tutti saltano e urlano per poi quietarsi giusto in tempo per la chiusura con l’outro del disco che ne porta il medesimo nome, su un’avvolgente sottofondo musicale. Marco ricorda a tutti i presenti l’importanza della cura del se interiore il più cagionevole e il piú ignorato, poi giungono le poche parole contenute nell’outro e succede l’impensabile, dentro al buio si percepiscono i colori.
Sethu è la voglia di soffrire ma di non farlo da soli. E’ la voglia di portare cicatrici e ferite aperte sotto quel palco. La voglia di urlare in faccia allo stare male. L’unione che è la cura, e chi ha avuto la fortuna di esserci lo ha sperimentato. Sethu è la dimostrazione che “nessuna notte è per sempre”, è una verità – per quanto distante possa sembrare – che anche i mostri più subdoli che amano attanagliare gli inconsci si possono annientare.
Insomma artisti come Sethu sono una benedizione per i ragazzi perduti che vanno in giro di notte con le ossa rotte sentendosi delle cause perse all’instancabile ricerca di tutti i colori del buio.