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Selmi e la sua “Come Stai?”, la musica usata come terapia

Niccolò Selmi, in arte Selmi, nasce a Lucca nel 2001. Cresce con la musica che lo circonda e lo aiuta a trovare un contatto con il mondo, consentendogli di comunicare. Dopo la partecipazione ad XFactor lo scorso anno, pubblica il suo primo EP “Perderci nell’attimo“ composto da 5 brani che parlano di sè nel modo più naturale possibile. Oggi torna con un nuovo singolo dal titolo “Come Stai?”.

“Come stai” è il tuo ultimo singolo, un brano che racconta una relazione emotivamente instabile che si basa su frasi non dette e sguardi incerti. Come nasce questo brano e quanto di personale c’è?
“Come stai?” nasce da una sessione a Torino con Dade, dove sentendo questo suo beat sono stato trascinato da sonorità più leggere, che mi hanno permesso di scrivere con un’atmosfera differente dal solito. Come in ogni brano, anche qua troviamo temi tanto personali quanto universali.

Dopo “X-Factor” a cui hai partecipato nel 2023 hai fatto uscire il tuo primo EP “Perderci nell’attimo” un vero e proprio viaggio nella tua “bolla sicura”. Com’è stato riuscire a regalare al pubblico un racconto così sincero?
È stata una vera e proprio lettera di presentazione, descritta in 5 tracce. L’obiettivo era appunto quello di far capire il mio lato umano prima di quello artistico. Un concept basato sui colori: si passa, infatti, dal rosso al viola, così come dal caldo al freddo, ho cercato di creare un percorso col quale riuscire a legare determinate emozioni che sento essere mie.

In “Come Stai?” si parla principalmente di dipendenza affettiva e soprattutto carnale. Razionalmente potremmo dire che sia un problema quasi generazionale, ovvero quello di non riuscire a metterci a nudo davanti agli altri emotivamente. Tu come vivi questa cosa?
Io sento di essere una persona molto empatica e passionale, quindi, al contrario della maggior parte delle realtà che mi circondano, ho sempre piacere a star male e a star bene in base alle situazioni che vivo, concedendomi sempre riflessioni su quello che provo, quasi come parlandomi allo specchio ogni qual volta ne abbia bisogno.

Sei un artista a cui piace sperimentare e dare libero spazio alla sua creatività: cosa ti aspetti per il futuro?
Non amo parlare di futuro, preferisco sempre lasciare un foglio bianco e far sì che le mie giornate possano colorarlo, conducendomi là dove la mia persona sarebbe andata senza premesse o supposizioni a riguardo.

Come descriveresti la tua musica a chi non ti ha mai ascoltato?
Empatica ed emotiva, al di là di sound e concetti.

Quali sono le tre canzoni che non possono mancare nella tua playlist?
En e Xanax di Samuele Bersani, Lough It Off di Post Malone e Come uccidere un usignolo di Ernia, per citarne tre differenti tra loro.

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