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Rose Villain: una “fuorilegge” innamorata sul palco dell’Ariston

Il 2025 riporta per la seconda volta consecutiva sul palco dell’Ariston Rose Villain.

Negli ultimi anni, l’artista milanese ha saputo distinguersi nel panorama musicale italiano, affacciandosi prima con featuring prevalentemente in ambito rap, poi con due album – Radio Gotham e Radio Sakura. A concludere la trilogia delle “radio”, il suo nuovo album, Radio Vega, in uscita il prossimo 14 marzo.

Fuorilegge, il pezzo che presenta al Festival, affronta tematiche d’amore, ma soprattutto di desiderio. Nella delicatezza delle strofe si sente la penna di Federica Abbate, che ha firmato il testo insieme a Nicola Lazzarin, Rose Villain stessa e suo marito, il produttore SixPm.

L’amore raccontato in queste strofe è quello passionale, travolgente, quello per cui si perde la testa.

Cosa fai

Mentre tutti dormono?

Chissà se mi pensi o no

Fin da subito il desiderio, la mente viaggia e spera di essere nei pensieri della persona amata. Io ti penso, mi stai pensando anche tu?

Ma forse ho oltrepassato il limite di ore senza te,

Sento il tuo nome,

Inizia a piovere fuori, dentro di me

Il desiderio è talmente forte che è impossibile passare troppe ore distanti. Quando succede, Rose sente il nome del suo amato, come un richiamo impossibile da resistere.

Mi rigiro nel letto, non dormo più,

Vorrei saperti dire di no

Il risultato di questa mancanza è una notte insonne, a girarsi e rigirarsi nel letto. Ad attendere invano qualcosa che, nonostante sia irresistibile, purtroppo non arriva.

Se pensarti fosse un crimine stanotte io sarei fuorilegge

Partiamo domani,

Bonnie e Clyde

La coppia viene paragonata a Bonnie e Clyde, famosissimo duo criminale, che da sempre simboleggia trasgressione e ribellione, ma allo stesso tempo amore forte, folle, che non conosce limite.

Cosa fai

Mentre tutti si amano?

Io rido del nostro destino avverso

Ascolto “Almeno tu nell’universo”

Mi inginocchio e chiedo agli angeli

Di darmi ciò che ho perso

Mentre tutti sono insieme, si amano e stanno bene, chissà cosa fa il suo amato. Sappiamo che Rose ride, per cercare di “esorcizzare” il destino avverso che ha colpito la coppia. Si rifugia nella musica, e si appella agli angeli, al divino, nella speranza di ricongiungersi con la persona che ha perso.

Forse non sai che per te ho pianto

Stelle sopra il soffitto

Però io mi accontento

Canzoni tristi dal primo piano

Cuore a duecento all’ora

Ma vuoi ballare un lento

L’ultima strofa prima del ritornello finale riflette sulla tristezza, sulle emozioni negative che rimangono nel proprio cuore. Allo stesso tempo, rimane l’amore, la bellezza dei ricordi, conservati con cura nel proprio cuore.

Le “stelle sul soffitto”, le “canzoni tristi”, il contrasto tra il “cuore a duecento all’ora” e l’immagine del “ballare un lento” rappresentano i ricordi, la magra consolazione che si ha quando si capisce non si può aver tutto. Tutto il bello e tutto l’amore che i due hanno condiviso rimarranno sempre al sicuro, nella scatola dei ricordi, custoditi con tutta la cura che solo una persona innamorata può dedicare all'”oggetto” del proprio desiderio.

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