Anche quest’anno Sanremo è riuscito a registrare ascolti record, continuando la sua conquista del pubblico più giovane. Secondo i dati Auditel, infatti, solo la prima serata del Festival ha registrato un aumento di 400mila spettatori, pari a 0,3 punti di share. Il pubblico di fascia d’età compresa tra i 15-24 anni che segue Sanremo è pari all’83%, mentre tra i 25-34enni raggiungiamo il 70%.
Possiamo dunque affermare che la missione di Sanremo per avvicinarsi alle nuove generazioni, in particolare a Millennial e GenZ, ha avuto successo. Ma quali sono i motivi?
La direzione artistica tra tradizione e modernità
Una prima ragione dietro al successo di Sanremo sta indubbiamente nella selezione degli artisti che partecipano al Festival. Fondamentale, infatti, è stato includere tra i cantanti in gara degli artisti che possano essere apprezzati da più generazioni, così da soddisfare i gusti di tutte le fasce d’età.
Se da un lato gli spettatori più adulti possono sentirsi coccolati dal vedere ancora una volta i loro cantautori preferiti (vedi per esempio Massimo Ranieri), le nuove generazioni provano invece un senso di orgoglio nell’assistere all’esibizione del proprio artista preferito su un palco così grande per la prima volta.
Sanremo: un’esperienza sociale collettiva
La trasmissione del Festival diventa un vero e proprio momento di aggregazione, con watch parties ed eventi speciali organizzati ovunque, sia in casa con gli amici che presso i nostri locali preferiti.
Guardare Sanremo insieme significa condividere una serata di divertimento e questo lo rende la scusa perfetta per coinvolgere anche chi non è proprio convinto al 100% e, in autonomia, non guarderebbe mai il Festival.
A questo si aggiunge la viralità che Sanremo raggiunge sui social. Nel momento in cui tutti i nostri canali digitali sono invasi da post, video e considerazioni su ciò che avviene sul palco dell’Ariston, la curiosità viene scatenata e si accende il dialogo sulle piattaforme social e non solo.
Fear of missing out (FOMO)
La viralità dei contenuti relativi a Sanremo scatena però anche un altro importante fenomeno psicologico che non si può ignorare, ovvero la cosiddetta FOMO. Si tratta della Fear Of Missing Out, ovvero la sensazione di essere tagliati fuori da qualcosa di importante, di perdersi un evento in cui tutti sono coinvolti.
La FOMO ci fa sentire in qualche modo esclusi, esclusi dalle conversazioni con i nostri amici o dal dibattito social, così come dalla comprensione dei meme che circolano ovunque in queste ore. L’unica soluzione, dunque, è prendere effettivamente parte a questo movimento e diventare spettatori attivi di Sanremo.
Effetto nostalgia
No, qui non parliamo della “Balorda Nostalgia” di Olly, ma di un altro importante effetto psicologico dietro il successo di Sanremo.
L’effetto nostalgia è quel fenomeno che ci spinge a valutare positivamente tutto ciò che appartiene al passato, un momento che tendiamo a idealizzare e a caricare di ricordi malinconici.
Il pubblico del Festival over 50 è quello che solitamente apprezza di più le ospitate dei grandi artisti del passato, come Antonello Venditti e Iva Zanicchi. La loro presenza crea infatti un senso di continuità tra ciò che è stato Sanremo e ciò che è oggi, legando tra loro generazioni differenti e favorendo così il dialogo tra loro sull’evoluzione della musica.
L’effetto nostalgia, però, colpisce anche i più giovani. In loro rievoca ricordi collettivi, spesso legati alla visione del Festival in famiglia o all’ascolto di determinati artisti insieme ai propri genitori.
Fantasanremo: gamification e second screen experience
Nel capire perché oggi Sanremo ha tutto questo successo non possiamo certo trascurare il Fantasanremo.
Questo gioco così semplice e creativo è stato essenziale nel riportare le nuove generazioni ad assistere al Festival. Senza di esso, probabilmente, non sarebbe successo con altrettanta facilità.
Il Fantasanremo crea infatti un’esperienza nell’esperienza, una competizione all’interno della competizione. Lo fa attraverso semplici ma potentissimi meccanismi di gamification, ovvero il principio che applica le regole e le dinamiche di un gioco a un’esperienza che solitamente non è ludica, come appunto la visione di un programma tv.
La sfida si vive così su un doppio piano: quello della competizione tra i big di Sanremo e quella tra noi e gli amici nel nostro micro-universo sociale. Ciò ha permesso di riaccendere l’interesse delle generazioni più giovani, in particolare la Generazione Z.
E se ci focalizziamo su questa generazione, c’è anche un altro fenomeno da considerare, ovvero la cosiddetta “second screen experience”. Secondo alcuni studi, infatti, i telespettatori più giovani sono soliti fruire programmi televisivi utilizzando contemporaneamente un altro dispositivo (il “second screen”, appunto). Pensiamo, ad esempio, a quando scrolliamo più o meno distrattamente i social mentre guardiamo un film o una serie tv.
Il Fantasanremo si presta perfettamente a questo, poiché permette appunto di integrare l’esperienza di visione televisiva al gioco tramite app.
Sanremo ha riconquistato le nuove generazioni?
Negli ultimi anni è stato fatto un lavoro molto intenso per riconquistare l’attenzione dei giovani. Gli sforzi sembrano andare nella giusta direzione, considerando anche gli importantissimi dati di ascolto.
Nonostante le ultime serate del Festival si caratterizzino sempre per polemiche e discussioni sulle classifiche finali, una cosa è certa: di Sanremo continueremo a parlarne, di persona e online. E questo non può che essere considerato un successo.