tony boy

Il mondo di Tony Boy in “Going Hard 3”

Nelle scorse settimane è finalmente uscito Going Hard 3, l’album di uno degli artisti rivelazione degli ultimi due anni, il padovano Tony Boy. Il progetto è il culmine di un periodo estremamente produttivo dell’artista, che dall’inizio del 2023 ha pubblicato ben 56 tracce.

Nel disco “Going Hard 3” Tony Boy riesce a mantenere solido l’equilibrio: tra una sfera più emotiva e introspettiva, con cui ha effettivamente conquistato la sua fedelissima fanbase, e sonorità decisamente più “hard” ed essenzialmente trap. Una condizione che aveva iniziato a (ri)esplorare nei singoli “Leanin'” e “Cerchio“, che avevano – di fatto – anticipato l’album.

Per quanto riguarda i featuring, Tony Boy sceglie di andare sul sicuro. Nel disco infatti ritroviamo artisti – trascinandoli tutti sulla sua lunghezza d’onda – come: Artie 5ive e Kid Yugi, Shiva con cui vanta già 2 progetti-, ritornano Capo Plaza e Frah Quintale, autori di alcune tra le più belle collaborazioni del rapper padovano. Dopo un’annata d’oro Tony Boy porta con sè Anna, firmando na vera e propria hit per poi concludere il tutto con un featuring internazionale con Nardo Wick nel brano già edito “Etc“.

Così come nei progetti precedenti, Tony Boy ci trascina sempre più nel suo mondo fatto di melodie aliene, produzioni curate in ogni minimo dettaglio, eccessi e introspezione. Una nota di merito come sempre va ai testi, in cui l’artista si mette davvero a nudo, senza paura di aprirsi con il suo pubblico.

I suoi brani diventano dei veri e propri horcrux, riuscendo a mantenere una sincerità – che sembra fregarsene altamente delle logiche di mercato – garantendo all’ascoltatore una verità che regala bellezza.

GH3 rappresenta per Tony l’album della maturità: sia a livello personale, con tanto di dedica alla figlia nel brano “Fare Presto”, sia a livello di sonorità. Ed è davvero ammirevole come l’artista non abbia alcuna intenzione di sedersi sugli allori: la sua fortissima e variegata identità artistica sembra voler trovare pace tanto da continuare con le sperimentazioni.

Tony Boy non si accontenta della “formula funzionante”, e sceglie di prendersi quei rischi che, in fondo, fanno la differenza tra qualcuno che fa musica e un artista.

BNB LIFE

La produzione di Wairaki è ipnotica. I suoni ricordano quasi i videogame anni ’90 e lo switch a metà brano – che separa la prima parte più delicata, melodica e introspettiva dalla seconda, decisamente più mumble – rappresenta perfettamente la dualità del progetto e dell’artista. Brano riuscitissimo.

PERDONO (feat. Shiva)

E’ la terza collaborazione tra i due artisti. Dopo “Umile” e “Polvere“; la penna di Shiva viene sfoggiata decisamente più del solito, vista la piega dozzinale che l’artista ha preso negli ultimi progetti. Il brano non è al livello di “Polvere“(in cui le linee melodiche co-scritte con Blanco donavano al brano notevole visceralità) , ma è comunque no-skip. Chitarra e batteria vapor-wave anni ’80 vengono modernizzate e riproposte in un’ottica più fresca e conscious.

TUTTI I GIORNI

A mani basse uno dei brani più riusciti (ed apprezzati) dell’album. Qui la sfumatura più meramente trap dell’artista raggiunge il suo culmine, sulla scia di “Cerchio”. Ormai il sound delle produzioni di Sadturs ci suona familiare, ma non smette di stupirci. Il timbro di Tony Boy, qui soffocato e graffiato all’estremo, dona un’atmosfera quasi gotica al pezzo. Nonostante il ritornello quasi sussurrato, è questo il vero banger del disco.

IL TEMPO CURA

Brano già uscito quest’estate, unico singolo conscious tra quelli che avevano anticipato l’album. Le linee melodiche emo e la produzione del collettivo Oddsphere creano un’atmosfera quasi esoterica; personalmente non una delle migliori tracce dell’album, ma il pezzo funziona. E anche questo dovrebbe farci riflettere: il livello di introspezione dei testi e di cura delle produzioni fanno sì che, ora come ora, anche una traccia non perfettamente riuscita di Tony Boy risulti più interessante e “nuova” della stragrande maggioranza dei brani sul mercato. Quell’ “il tempo cura, non ho una cura” ripetuto all’infinito: su una base con questo potenziale avremmo preferito sentire un testo più ricco di contenuti (a livello quantitativo). Su un beat del genere c’erano, insomma, ancora tante cose da dire.

NON SO SE (Feat. Kid Yugi)

Come “Bnb life”, anche questo brano viene separato in due parti ben distinte dallo switch presente a metà canzone. La seconda parte, più trap e aggressiva, risulta sicuramente più efficacie. Testo divertente. Yugi conferma di essere in ottima forma, neanche stavolta sbaglia la strofa: belle le rime “pazzi-prezzo-pizzo-appizza-pezza” etc., peccato per la durata esigua della sua strofa.

Forse il pezzo sarebbe risultato più efficacie se al posto della prima parte conscious, che non funziona molto bene, (anche a causa del testo un po’ cringe, quel “ti do il benvenuto nella mia life” cantato a mo’ di cantilena è da brividi in senso negativo) fosse stato invece mantenuto il beat della seconda parte, dando il tempo alla strofa di Yugi di consolidarsi.

PER TE LASCIO IL PARTY (Feat. Artie 5ive)

Una delle migliori produzioni del disco. La linea melodica di Tony Boy trascina l’ascoltatore dove vuole l’artista. Notevole la complementarità tra Tony e Artie, sia a livello artistico che di timbrica. Qui la voce di Artie è mixata sicuramente meglio che in “Fortuna”, in cui il suo timbro risultava quasi gracchiante e fastidioso nel contrasto con quello più morbido di Tony.

Se nella nuova scena Kid Yugi rappresenta principalmente la cura per le rime e i testi e Tony Boy la sperimentalità di flow e produzioni che sembrano provenire da altri pianeti, Artie 5ive si distingue a mani basse per un’attitude fuori dal comune, che un po’ ricorda quella di Guè.

LEANIN’

Senza soffermarci sul testo, che va a descrivere uno stile di vita tipico del trapper che Tony Boy di fatto è, concentriamoci sull’innovazione che questo pezzo rappresenta nel nostro paese: sapreste citarmi un singolo artista in Italia che swinga con questa naturalezza su produzioni così internazionali, con un timbro di voce così adatto, escludendo artisti come Glocky e Faneto che, parliamoci chiaro, si rifanno chiaramente a Tony? La risposta è no. Il pezzo funziona, e anche se ci vogliono minimo 3 ascolti per capire appieno il testo, quei 3 ascolti si fanno volentieri.

SEGNALI DI FUMO

“Ho gli occhi spenti, mando segnali di fumo” recita il ritornello di una delle classiche produzioni ben riuscite di Wairaki. Belle le linee melodiche, attenta la scelta dei suoni; classico testo emo-conscious nello stile dell’artista, scandito da una batteria delicata, con l’utilizzo dei delay e dei riverberi che contribuiscono a farci entrare nel mood della canzone. Arrivati a questo punto del disco già la sua struttura e le sue sfumature sono ben visibili: l’alternarsi tra pezzi più trap “aggressive” e pezzi conscious di cui parlavamo poco fa, risulta davvero ben bilanciato.

IN AUTOMATICO

Sicuramente non la traccia più efficacie a livello di testo (“per entrarmi dentro al petto hai sbagliato il pin”), questo brano è un po’ il pezzo più dichiaratamente d’amore del disco, e proprio per questo cade in alcune banalità e cliché. Comunque un brano riuscito, ci tengo a sottolinearlo: come sempre la produzione è ben curata e le linee melodiche funzionano. Produzione del solito Wairaki: duo che vince non si cambia.

CERCHIO

Brano già uscito un paio di mesi prima dell’uscita del disco, rappresenta l’apoteosi della “nuova” sfumatura trap di Tony Boy. “Con lei faccio colpo o faccio un colpo“, recita il ritornello, subito a farci intendere di che tipo di brano si tratta. Il pezzo gasa, è una di quelle trappate da cui non ci si aspetta la minima introspezione e profondità ma che se messe a una festa, o se sparate dalle casse della macchina, risultano davvero coinvolgenti.

FINO A DOMANI

Probabilmente il brano più sperimentale del disco. Non tanto per la produzione, (molto chill, a cura di Finesse, producer di Shiva, che sceglie una batteria low-fi azzeccatissima), quanto per la scelta azzardata di pitchare la voce. Una scelta che, leggendo qua e là i commenti sui social, non risulta molto gradita: anche a livello di classifiche “fino a domani” è uno dei brani del disco che viaggia più a bassa quota. Eppure, se ascoltato nel momento e nelle condizioni appropriate, è un brano che riesce a creare un’atmosfera davvero unica. Per quanto mi riguarda, esperimento riuscito.

FARE PRESTO

Uno dei brani spoilerati in acustico nel video a Palazzo Visconti che aveva anticipato il disco. Con tanto di dedica alla figlia, questo brano ha una funzione ben precisa: mostrarci la consapevolezza che l’artista ha acquisito, di sé e del mondo che lo circonda. Questo brano mostra un Tony più maturo rispetto a prima, pur consapevole delle sue potenzialità. Qui (e in generale in tutto il disco) sembra avere le idee più chiare. Forse basta solo regolare le dosi (in tutti i sensi).

NON MI BASTA MAI (Feat. Frah Quintale e Capo Plaza)

Per questo brano Tony sceglie due artisti con cui ha già portato a termine diverse collaborazioni ben riuscite. Con Frah aveva fatto “Correre” in cui ci avevano sorpreso per la loro inaspettata versatilità e complementarità. Alla formula Tony aggiunge Capo Plaza. C’è poco da dire: il trio funziona bene. Il pezzo è riuscito, forse manca un po’ di mordente nella parte iniziale, proprio quella di Tony, ma comunque ascolto piacevolissimo. Tony Boy è la prova vivente che quando si sperimenta in modo azzardato e interessante, sia a livello di produzioni che di featuring, il pezzo può anche non risultare impeccabile, ma è talmente un fiore nel deserto e il pubblico gradirà con piacere la boccata d’aria fresca.

FINO ALL’ALBA

Linee melodiche da urlo. Come in “Tutti i giorni”, Tony dimostra di saper surfare col mumble anche in una vera e propria traccia banger. Sicuramente non uno dei testi più introspettivi dell’album, ma “Fino all’alba” è una delle hit di Going Hard 3, per la sua ritmica e l’atmosfera che riesce a creare.

ETC (Feat. Nardo Wick)

Primo feat internazionale per Tony Boy; una traccia che personalmente non rientra tra le migliori del disco perché Tony sceglie di affidarsi a un’artista la cui timbrica tagliente non va a braccetto con le molteplici sfumature della voce del rapper di Padova, che finisce per suonare leggermente scomoda su un beat così cupo e “dry”. Ma tocca farsene una ragione: a Tony Boy piace sperimentare.

LAVORO

Uno skit della durata di un minuto, in cui la voce di Tony si sposa bene con pianoforte inquieto scelto da Wairaki. Il testo è un flusso di coscienza dell’artista, che va a riprendere le tematiche di cui solitamente parla nelle canzoni. Tutto sommato non male per essere uno skit.

CODEINE (Feat. ANNA)

Forse l’unica produzione che non mi ha convinto, ma anche qui si tratta di gusti personali e non di qualità. Il flow scelto dai due artisti è efficace ma non entusiasmante; ANNA conferma il suo periodo di forma e la sua versatilità, che le permette di alternare hit estive a tracce decisamente più rappate, senza esimersi da incastri e tecnicismi. Sicuramente ci ha fatto piacere sapere che Anna quando fuma si sente una Winx.

STANZA

Tony sceglie dei flow alieni per questa canzone, forse uno dei più interessanti nella sua discografia. Il testo è onirico, specialmente nel ritornello, e il brano è di una sincerità cristallina. Tony non ha paura di aprirsi e psicoanalizzarsi. Questo suo aspetto non smette mai di stupirci; mano a mano che il disco si avvicina alla conclusione viene davvero spontaneo pensare come le skill di Wairaki meriterebbero più riconoscimenti. A mani basse il producer più interessante tra quelli esplosi negli ultimi anni. Un joint album con MACE sarebbe un sogno.

RESPIRO

Traccia già edita prima dell’uscita del disco, e forse anche quella che ci ha fatto un po’ rifiatare, dandoci conferma che l’artista aveva ancora tracce conscious in serbo per noi, in un periodo in cui Tony droppava solo banger. Forse il pezzo si perde un po’ nella seconda strofa a livello testuale, ma la prima strofa e il ritornello sono di una delicatezza incredibile. E il testo arriva come solo in una canzone piano voce potrebbe succedere.

TOTAL BLACK

L’ultima traccia del disco. Tony scegliere di concludere con un banger efficace. Canzone mid, forse per chiudere un progetto di questa rilevanza sarebbe stata più adatta una traccia introspettiva: il testo e la produzione funzionano ma non entusiasmano. Sufficiente. Simpatica la rottura della quarta parete, quando a metà canzone Tony si rivolge direttamente ai suoi fan ringraziandoli.

Per concludere, Going Hard 3 sarà sicuramente uno dei candidati più papabili per il titolo di album dell’anno. Malgrado qualche tratto dell’artista ancora leggermente acerbo, il progetto Tony Boy risulta una ventata d’aria fresca spiazzante ed estremamente convincente. I suoi flow innovativi si sposano alla perfezione con le produzioni di Wairaki, e la coppia è in gran forma. Se Tony continuerà su questa direzione e maturerà ancora un po’ artisticamente, avrà serie chance di strabordare dai confini dell’Italia e di affermarsi ancora di più nel nostro paese. C’è tantissima carne al fuoco, serve solo bilanciare un pizzico meglio gli ingredienti. Nonostante queste limature, l’album è riuscitissimo.

Comments

No comments yet. Why don’t you start the discussion?

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *