Michael Sacchi, in arte lbrido è un cantautore piacentino che riversa nella musica il malessere dettato dai propri trascorsi e anni di duro confronto con i demoni interiori.
Con le prime band, arriva su grandi affiancando i Finley ed i Nomadi. A inizio 2021 inizia un progetto solista con lo pseudonimo attuale, Ibrido, ed un anno dopo partecipa al festival di San Marino. Nel 2023 si esibisce a Ricaidone, memoria di Luigi Tenco in apertura a Morgan. Suona inoltre a Sanremo Rock sul palco dell’ Ariston ed al “Zocca paese della musica” concorso promosso da Vasco Rossi.
Cosa vuoi trasmettere agli ascoltatori con il tuo ultimo singolo “VORREI SCAPPASSIMO DA TUTTO”?
Quando l’ho scritto vivevo alti e bassi pazzeschi che influenzavano inevitabilmente la mia vita. Ho avuto l’urgenza di comunicare quanto sia importante staccare la spina in certe situazioni. Questo brano è una sorta di autoanalisi, ho sfogato tutto quello che stava opprimendo non solo me ma anche la mia relazione, ci tenevo ad essere il più sincero possibile. In quel periodo ho capito molte cose ma una più di tutte, chi non volevo diventare. Avevo un bisogno irrefrenabile di vivermi un po’ di sana follia, quei momenti in cui faresti di tutto pur di evadere. Sono soddisfatto di quello che è uscito, è stato un rischio pubblicare a giugno un pezzo così introspettivo ma fa parte del gioco.
Spesso ripeti che le canzoni migliori nascono nei momenti peggiori. Scrivere in quelle occasioni ti aiuta a concretizzare ed esternare ciò che provi o è semplicemente una valvola di sfogo?
I periodi difficili in alcuni casi li ritengo un punto di svolta, ti insegnano a rialzarti più forte di prima se li sai sfruttare. Quando vivo situazioni comode paradossalmente fatico a scrivere qualcosa che mi appaga.
A mio avviso una delle tracklist migliori che ho lavorato, risale a un periodo devastante.
Ricordo ero sfinito appoggiato al frigorifero, quando dal nulla ho scritto uno dei ritornelli di cui vado più fiero.
Sono momenti unici, può capitarmi di non avere ispirazione per diverse settimane e poi tutto d’un tratto una giornata no si trasforma in poesia. Le canzoni vanno prima vissute poi scritte.
Qual è stato, secondo te, il momento più importante della tua carriera fino ad ora?
Quando ho avuto il coraggio di intraprendere il percorso da solista.
Per tanti anni ho combattuto con l’idea di voler cantare come front man nelle band e ci ho anche provato (ne ho avute circa una decina), questo fa capire quanto mi stessi impuntando.
Avere a che fare con più teste non è mai facile, nel mio caso ho conosciuto persone molto talentuose ma che non prendevano la musica sul serio.
Il lockdown mi ha permesso di riflettere, mi sono chiesto se stessi facendo la cosa giusta, non mi sentivo in linea con i miei bisogni così da quel momento, ho deciso di chiudere un capitolo e riniziare da zero.
Il paradosso è che in un periodo tosto come quello sono rinato artisticamente.
Feat dei sogni?
Ti direi con l’artista che è stato la colonna sonora della mia infanzia, Max Pezzali.
È stata una fonte di ispirazione quando mi sono affacciato al mondo della musica, ho iniziato a scrivere le prime canzoni nel periodo in cui ero in fissa con gli 883.
Non ti nascondo che sarebbe interessante poter collaborare anche con Ultimo, lo ritengo uno dei migliori artisti italiani degli ultimi anni.
Quali sono le 3 canzoni che non possono mancare tue playlist?
Le canzoni più le ascolti, più rischiano di stufarti col tempo. Ce ne sono alcune però che non mancano mai nella mia playlist, te ne dico 3:
– Nessun rimpianto degli 883
– Ridere di te di Vasco
– Vedrai, vedrai di Luigi Tenco