Francesco Di Lello, in arte Dile, è un cantautore abruzzese classe ’89. La voglia di raccontarsi nasce come un’esigenza fin da giovanissimo, quando inizia a scrivere e comporre i primi pezzi e a portarli in giro. Il 2019 è l’anno che consacra la sua maturità artistica e l’inizio del percorso discografico: il singolo d’esordio “Perdersi”, in un solo mese supera i 100.000 ascolti ed entra dopo pochi giorni nella playlist di Spotify Viral 50. Il suo secondo singolo, “Rewind”, prodotto da Federico Nardelli, già produttore di Gazzelle e di Ligabue, conta oggi oltre due milioni di ascolti.
Dopo il primo ep “Rewind” pubblicato nel 2020, rilascia “Migliore di Me” il suo secondo ep nel giugno del 2023. Torna con “Almeno Credo” ad aprile 2024.
“Almeno Credo” è un brano che racconta quella sensazione strana che solo un amore che finisce può lasciare. Come nasce questo singolo, nasce dall’esigenza di esorcizzare una situazione realmente accaduta o è più un modo per liberarsi dei vecchi ricordi?
“Almeno Credo” è il mio ultimo singolo. Un brano che racconta un sentimento che ho provato nella mia vita. Quella situazione che ti fa vivere nel tira e molla, la stessa che mib ha dato l’ispirazione per “Mondocane” e – con lucidità – è uscito questo nuovo pezzo. Ho trattato questa situazione in modo razionale e mi sono reso conto di quante persone mi dicesseri “giurami che è l’ultima” e invece mi ritrovavo sotto la sua porta aspettando che aprisse.
“Almeno Credo” è proprio il racconto, come sempre, del mio vissuto e di tutte le emozioni che ho provato. Cerco di raccontare dettagli importanti perchè proprio in quelli, molte persone ci si riconoscono. In sintesi, io sono un ragazzo come tanti altri, che vive una vita – anche emotiva – normale.
I tuoi pezzi nostalgici vengono spesso racchiusi all’interrno di sound freschi e ritmati: com’è nato questo connubio?
L’arrangiamento che curo insieme a Iacopo Sanigaglia, un producer pazzesco (e ora anche un amico) con cui lavoro e collaboro da diversi anni. Con lui riesco a lavorare serenamente, ci confrontiamo tanto. In sintesi ci mettiamo a lavorare tranquillamente, non incidiamo troppe cose, anzi, lavoriamo man mano alle idee e insieme scegliamo cosa tenere e cosa invece togliere per rendere il pezzo migliore.
Il processo creativo non è un metodo fisso, ascoltiamo la musica e questo può avvenire in mezz’ora o in tre giorni o, perchè no, in una settimana. “Almeno Credo” è un brano che stava per essere cestinato perchè non ci convinceva, poi – di colpo – l’illuminazione.
I tuoi testi fanno emergere dei momenti specifici, sia nel bene che nel male: scrivere è un modo per esorcizzare, per dimenticare o per ricordare?
Bella domanda, non so rispondere onestamente perché entrambe le cose che hai detto sono vere.
Nel senso da un lato scrivo per sentirmi meglio, un esempio è “Migliore di Me” un pezzo che ho dedicato ad una persona importante. Per quattro anni non sono riuscito a scrivere nulla, poi una notte – di colpo • è arrivato tutto. Dall’altra parte scrivo per fissare un ricordo, un momento, un messaggio per me stesso. Quindi si, senza dubbio, entrambe le cose sono vere.
Quali sono le tre canzoni che non mancano mai nella tua playlist? E quali sono gli artisti che ti hanno fatto appassionare alla musica?
Va bene sui tre artisti, è facile, ti dico Kurt Cobain, Bersani e Battisti, ma anche Lucio Dalla.
Per le tre canzoni un po’ più complicato, quindi ti dico le prime tre che mi vengono in mente: sicuramente “Il mostro” di Bersani, “Futura” di Lucio Dalla e “Lithium” dei Nirvana.
Pero ce ne sono un centinaio, è complicato.
Sei reduce da due live uno su Roma e uno su Milano, come ti approcci a cantare davanti al tuo pubblico? Hai dei riti scaramantici o degli oggetti che non mancano mai sul palco?
Posso essere sincero? Oltre alla parte puramente tecnica e alle prove con la mia band non faccio molto altro
Per quanto riguarda i riti scaramantici oltre agli spray omeopatici al propoli pre concerto non ne ho, se non uno: prima di ogni live insieme alla band ci mettiamo in cerchio e urliamo “non devi bestemmiare stanno a fa lezione” con annese facce schifate.
Tutto è cominciato durante delle prove quando ho dimenticato tutti testi e ho cominciato ad inveire quindi è intervenuto lacopo (il mio batterista) con questa frase. E divertente, è il nostro piccolo rito.