I Cosmonauti Borghesi, in gara a Sanremo Giovani con “Aurora Tropicale”, sono una travolgente band pop con influenze rock, disco e funk. Nati due anni fa a Roma, la band è composta da Leonardo Rese, voce e tastiere; Alessandro Mastropietro alle chitarre; Marco Cestrone alla batteria.
Nel gennaio 2023 inizia la carriera produttiva dei Cosmonauti Borghesi sulla scena musicale (marzo 2023) con “Tutto Inutile”. In pochi mesi i ragazzi calcano i palchi più importanti della scena romana, da Largo Venue a Parco Schuster, per poi arrivare nell’estate sul palco dell’RDS Summer Festival a Barletta, in apertura ai TheKolors.
“Aurora Tropicale” è il vostro ultimo singolo con cui siete in gara a Sanremo Giovani. Come nasce questo brano e soprattutto come avete deciso fosse il “progetto giusto”?
Il brano nasce praticamente da un riff di chitarra di Alessandro, che è quello che si sente nella strofa, che era un’idea molto embrionale, cioè non è che volevamo andare da qualche parte con quella cosa era più partita come una gemma, no? Ci ha fatto ascoltare sta cosa mentre stavamo lavorando ad altro, Leonardo era al pianoforte e abbiamo cominciato a tirar su un qualcosa fino ad arrivare alla melodia e al testo che sentite oggi.
Volete un fanfact sul perchè “Aurora Tropicale”? Era estate, stavamo in giro per Roma con la chitarra, erano le 5 di mattina e faceva un caldo pazzesco. Mentre camminavamo comincia ad arrivare l’Aurora e Leo fa “quasi tropicale quest’aurora visto il caldo”. Il resto è storia.
Diciamo che questo brano fin dal primo momento abbiamo sentito che era speciale, tanto che nonostante fosse pronto per diversi live estivi non l’abbiamo mai suonato. Era come se qualcosa ci stesse frenando e oggi che siamo tra i 24 di Sanremo abbiamo capito cos’era.
In “Aurora Tropicale“ voi parlate alla vostra generazione, come nasce l’idea?
Beh diciamo che questo brano racchiude, secondo noi, tutto il concetto dei Cosmonauti. Al di là del fatto che è un pezzo veloce, allegro e divertente. Il sound ci rappresenta perché comunque suona da band, ma anche comunque da sound 2024. Ma quello che ci rappresenta di più è senza dubbio l’argomento, è interessante perché stiamo parlando appunto di quello che viviamo tutti i giorni. Un contesto nel quale, soprattutt i giovani, hanno paura di essere loro stessi, con l’ansia degli obiettivi e degli standard da raggiungere. Il sunto è: sii te stesso, sbaglia e diventa la persona che vuoi essere senza preoccuparti degli stardand imposti da altri.
So che probabilmente vi avranno già fatto questa domanda ma perché cosmonauti borghesi?
Allora diciamo che a tutti piace molto l’idea del cosmonauta no, che fluttua nello spazio con la sua tutina argentata. C’è da dire però che il nome non l’abbiamo scelto noi, ma era il nome di una vecchia band della scuola, conosciuta in qualche “battle band” dei licei. Una volta cresciuti, noi abbiamo continuato a sentirci e a voler far questo: sono nati così i nuovi cosmonauti borghesi.
Quest’anno avete calcato davvero tanti palchi importanti della scena romana, per poi arrivare ai Rds Summer Festival a Barletta: com’è stata quest’esperienza?
Allora sicuramente sono palchi importanti da Largo Venue a Parco Schuster, ma c’è una differenza: mentre qui a Roma abbiamo un minimmo di “fanbase” a Barletta agli RDS Summer Festival no. Ci siamo trovati davanti a 10000 persone, consapevoli che non erano lì per noi e in quella situazione hai 2 cose possibili: ti fai odiare o ti fai amare. Insomma un’emozione fortissima.
Però c’è un evento che a noi ci ha toccato particolarmente, i mondiali di Tennistavolo. Noi siamo stati chiamati per suonare e intrattenere mentre giocavano, ma qualcosa è andato storto e la nostra musica, evidentemente era troppo forte e faceva tremare i tavoli: ci hanno interrotto sul più bello e niente è stata senza dubbio un’esperienza particolare.
Tutte queste esperienze però ci hanno fatto capire che significa fare questo lavoro e nonostante la centrifuga in cui spesso ci siamo trovati. Non vediamo l’ora di farlo tutti i giorni, per tutta la vita.
Io ora sono curiosa, seguendo anche il vostro profilo tiktok e vedendo la chimica tra voi, come nasce una vostra canzone? Qual è il processo creativo?
Ma secondo me la la cosa figa è proprio il fatto che ci completiamo. Impariamo e scopriamo cose nuove lavorando insieme. Parliamo, dialoghiamo, ci confrontiamo e ci fidiamo tanto tra di noi, poi certo ci sono cose su cui ci scontriamo, ma lavoriamo insieme per trovare una quadra comune. Una cosa fondamentale per tutti e tre però è che il pezzo funzioni in acustico, se funziona chitarra e voce una canzone c’è, esiste e può essere “abbellita” con altri suoni e produrla figa.
Come descrivereste la vostra musica a chi non vi ha mai ascoltato?
Ma possiamo farlo tipo spot pubblicitario? Ciao siamo i Cosmonauti Borghesi, i più freschi, simpatici e tremendamente romantici allora siamo la band giusta. Se ti piacciono i “The Police”, “Beatles”, i “Toto” e i “Pink Floyd” siamo la scelta giusta. Se ti piace una band nuova, ma che abbia le radici nel cantautorato e negli anni ’80, ecco qui! No, a parte gli scherzi, la nostra musica è verità. Noi scriviamo di quello che effettivamente viviamo e quindi siamo noi, pregi e difetti.
3 canzoni che non possono mai mancare nella vostra playlist?
Noi vi diciamo che sul nostro spotify abbiamo proprio la nostra playlist “Best song ever” dove trovate proprio queste. Comunque facciamo a turno. Io ti dico “Dreams” dei “Fleetwood Mac” (Ale). Io ti dico “Rosanna” dei Toto (Marco); “Rock with You” di Michael Jackson.