carl brave morto a galla

Carl Brave torna con “Morto a galla”, tra Roma e disincanto

Il grande ritorno di Carl Brave è finalmente avvenuto. “Morto a galla”, il suo nuovo singolo è stato rilasciato in contemporanea con l’amico/rivale di sempre, Franco126. Il brano è un ritorno alle origini, proprio come aveva annunciato nella sua “prima festa” che ha dato inizio alla calda estate romana.

La sua Roma. Ѐ lei la protagonista assoluta di questa canzone che apre ad una nuova era. In questo brano, molto più dei precedenti, Carl Brave con “Morto a galla” fa un tuffo nel suo universo personale. Dopo quasi due anni da “Migrazione” il cantautore romano rilascia una traccia che esplora una dimensione più oscura e introspettiva rispetto alle sue precedenti produzioni.

Cerco l’amore in una troia, marco l’accento di Roma
Tu prendi una cotta in una porta a vetri di via Gola
Hai quattro spicci che ti flexi, non ti paghi gli alimenti
Lo sai bene, trans e perni, ti sputtani gli stipendi

Morto a galla” si presenta come un racconto sincero e crudo della città eterna, Roma. Lo sguardo è quello di un uomo disincantato, lontano dalle immagini cartolina a cui spesso viene associata. La capitale emerge con tutte le sue contraddizioni: grande e magnifica, ma anche dura e implacabile. Le sue strade, i quartieri, le vite che le attraversano diventano metafore di un’esistenza in bilico, tra sogni spezzati e resistenze quotidiane. Carlo ci racconta di quello che guarda. Quello che vive. Ci porta negli intrecci di vita che si perdono tra il Calisto, il Bar Belli, lo Stadio Olimpico. I colori che porta sul petto, quelli che porta nel cuore e in giro per il mondo.

Musicalmente si prosegue nel suo percorso di sperimentazione, mantenendo intatta la sua inconfondibile fusione di urban, indie e pop. Il sound di “Morto a galla” è avvolgente, con arrangiamenti che accentuano il senso di malinconia e smarrimento evocato dal testo. La produzione è curata nei minimi dettagli, mostrando una maturità artistica sempre più definita. Una chitarra ruvida che apre il pezzo, un gioco di echi che abbracciano la voce inconfondibile di Carl Brave.

Zombieland dietro al Calisto, parli piano, non capisco
Se mi gufi, fammi un fischio, gira a largo che ti pisto
Il mio disco che rimbomba, fasci che fanno la ronda
Non portare un vino buono, porta un’amica che abbonda

Il singolo si inserisce in un contesto di continua evoluzione per l’artista, che dimostra ancora una volta la capacità di reinventarsi senza tradire la propria identità musicale. “Morto a galla” non è solo un brano, ma una fotografia emotiva di una generazione sospesa, in bilico tra il desiderio di emergere e la sensazione di affondare.

Con “Morto a galla” Carl Brave conferma la sua attitudine a raccontare storie autentiche e profonde, che parlano direttamente all’anima di chi ascolta. Un ritorno atteso e carico di significato, che lascia presagire ulteriori sorprese nel futuro della sua carriera.

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