ANDREA, all’anagrafe Andrea Pasqualini, classe ’99, viaggia sulle scie della musica pop dance con influenze disco anni ‘80. Si è laureato a “La Sapienza” di Roma in Letteratura Musica Spettacolo ed ha conseguito quasi 10 anni di lezioni di canto con Giovanni Truppi. Inizia il suo percorso discografico assieme al Maestro Mario Zannini Quirini, direttore d’orchestra ed editore di tanti artisti tra i quali Marco Mengoni, Emma, ecc.
Il tuo ultimo progetto musicale si chiama “baci alla francese”, cosa ci puoi raccontare di questo brano?
“Baci alla francese” è una dichiarazione d’amore, quello più libero, istintivo e vivo. Parlare con leggerezza dell’amore – che non significa superficialità – senza porsi confini, credo, sia il modo più bello per poter combattere qualsiasi tipo di pregiudizio. Infatti non potevo non citare Catullo, uno dei più grandi poeti della letteratura latina e fautore dell’amore. Per lui l’amore è una forza devastante slegata da ogni forma di ragionamento logico, che si fonde con la vita e che ci fa sentire vivi, ogni giorno. E lui ne parlava senza paura.
È chiaro il tuo riferimento stilistico agli anni ’80 e alla musica dance: cosa ti attrae di quegli anni e cosa vorresti portare nei nostri giorni?
La disco dance anni ’80 è un mondo che mi ha sempre affascinato anche se non l’ho mai vissuto personalmente. Proprio per questo motivo ho trovato una via traversa, la mia musica, per cercare di ritornare indietro nel tempo e godermi a pieno quei mondi. Ogni qualvolta ascolto musica pop anni ’80 provo delle sensazioni così strane e belle, come se viaggiassi in mondi paralleli fatti di bellezza, spensieratezza e tanto colore.
Tre aggettivi per descrivere la tua musica a chi non ti conosce?
Descrivere la mia musica in tre parole è complicato, ma ci proviamo. Allora direi: Libera, Pop, Stratificata.
Quali sono le canzoni che hanno costruito il tuo background artistico di cui non puoi fare a meno?
Progetti per il futuro che vuoi svelarci?
Nuovi concerti, magari qualche festival, e nuove canzoni che non vedo l’ora di far uscire fuori.