Le Larve tornano con “La versione di un Matto”

Le Larve tornano con “La versione di un Matto”

Le Larve nascono nell’estate del 2011. Jacopo Castagna, frontman e autore dei brani originali, scrive il primo pezzo AMERICAN EXPRESS” tirando fuori tutta la sua impronta rock. Dopo anni di progetti e partecipazioni a Festival, tornano con un nuovo album: “La versione di un matto”.

“La Versione di un Matto” è il nuovo album, un progetto che esplora la fragilità, le sfide interiori e la complessa bellezza dell’essere umano. L’album include brani che variano dal pop all’alternative rock, offrendo un’esperienza sonora e testuale intensa. Con testi profondi e un sound maturo, Le Larve si raccontano in un percorso di introspezione e crescita.

“La versione di un matto” è il tuo ultimo progetto, un album che racchiude fragilità e insicurezze dell’essere umano. Cosa puoi raccontarci del processo creativo dietro questo nuovo lavoro?

Beh, diciamo, che tutto prende il via nella mia cameretta. Questo album è infatti interamente autoprodotto: i primi arrangiamenti, il testo, la musica, la melodie sono tutti stati fatti da me. Dopodiché mi sono rivolto a Matteo Caretto, che è di nuovo entrato nel progetto con questo album come produttore, con cui ho lavorato e rivisto tutti gli arrangiamenti del disco. Infine è arrivata la band, che sono i ragazzi con cui lavoro ormai da sei anni in maniera fissa, che ci hanno messo il suo colore finale. Un processo che è iniziato nella mia camera e che poi si è sviluppato fino ad arrivare al Fl forward Studio da Carmine che ha fatto poi il mastering del disco.

Piccolo Fan Fact – Il nome “Le Larve” da dove nasce?

Qui c’è un momento molto divertente. Il nome nasce a scuola, al liceo, quando un giorno durante una verifica mi sono ritrovato a buttare delle Larve per chiudere la scuola per disinfestazione. Lo dico oggi perché dopo così tanti anni non possono più farmi nulla, ma ecco ho rischiato un po’ ahaha.

Qual è il processo creativo dietro una vostra canzone?

Per me la scrittura nasce dall’osservazione attenta di ciò che vivo. Le esperienze, a volte, sembrano passarci accanto senza lasciare traccia, ma se ci si prende il tempo per guardarle davvero, per analizzarle, allora possono rivelare qualcosa di più profondo. È proprio da questa riflessione personale, da quello che mi è accaduto e che ho visto accadere intorno a me, che nascono i miei testi. La scrittura diventa il modo per dare forma a quelle intuizioni interiori, trasformandole in musica.

Qual è l’evoluzione della tua musica dall’inizio fino ad oggi?

In mezzo c’è un disco mai uscito, anticipato da 16 singoli rimasti sparsi per problemi con le Major, che spesso più che aiutare, ostacolano. Per questo ho scelto l’indipendenza: tutto passa sotto la mia supervisione, anche se c’è una piccola struttura di supporto.

A trent’anni le etichette guardano solo ai follower, non alla musica. Il disco piaceva, ma nessuno voleva investirci seriamente. Ho ricevuto solo proposte inadatte, così ho deciso di fare tutto da solo, investendo tempo, soldi e energie.

Ora vorrei portarlo live, perché è nato per essere suonato dal vivo. Abbiamo anche curato la registrazione in quest’ottica. Speriamo di suonarlo il più possibile e vendere il vinile, una scelta coraggiosa ma in cui crediamo. Questo disco merita di uscire e di farsi strada.


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