Gioia Lucia, Lucia Vitale, è una giovane cantautrice di 22 anni che ha iniziato a scrivere tra i banchi di scuola, continuando negli anni a coltivare la passione per la musica e la scrittura. Gioia Lucia lascia che la musica parli per lei, trasportando l’ascoltatore in un viaggio introspettivo. Torna con un nuovo brano intitolato “Parole Vuote”.
“Parole Vuote” è il tuo ultimo singolo, ti va di raccontarci qualcosa in più su questo nuovo progetto musicale?
“Parole Vuote” è nata da una delle tante riflessioni durante le sedute con la mia psicologa, che mi ha aiutata a esplorare il rapporto con mia madre in un momento in cui comunicare con lei era particolarmente difficile. Quella conversazione ha fatto emergere molte consapevolezze e, per me, è stato naturale riversare quelle emozioni al pianoforte. In studio, con Arden (Andrea Caldieri), abbiamo lavorato per costruire il sound e l’immaginario del brano, dando forma a un pezzo molto intimo e sincero.
Nella tua produzione musicale è facile riconoscere una voglia di sperimentazione tra suoni e melodie: dove trovi l’ispirazione?
L’ispirazione arriva principalmente dai miei ascolti. Mi piace esplorare nuovi generi e spingermi in territori musicali che non conosco bene. È un modo per mettermi alla prova e trovare nuove modalità di espressione.
In Parole Vuoti affronti il tema della terapia e della cura di sé. Quanto pensi sia importante parlare di questi temi nella nostra società?
È fondamentale! Normalizzare la terapia e il lavoro su se stessi è essenziale, soprattutto per la mia generazione. Avere un rapporto sano con la propria sfera emotiva può fare davvero la differenza nel modo in cui viviamo e interagiamo con gli altri.
Cosa ti aspetti musicalmente dal 2025?
Ho tante nuove canzoni pronte da condividere e spero tanto di suonare in giro per tutta l’Italia..
Come descriveresti la tua musica a chi non ti conosce?
Credo sia introspettiva e ragionata, ma al tempo stesso leggera e accessibile.
3 canzoni che non possono mai mancare nella tua playlist
Difficile! Direi “Alleria” di Pino Daniele, “Superstition” di Stevie Wonder e concluderei con una sana dose di Anna Pepe con “Tonight”.