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“Indi”, Gazzelle torna a casa e ritrova il suo vero “io”

Gazzelle torna a casa con “Indi“, un album dal sapore dolceamaro che ci ricorda che l’indie è nato, morto e sta risorgendo dalle proprie ceneri. Un progetto che ci porta nella testa di Flavio, nella sua necessità di raccontarci le sue giornate in modo semplice, diretto, senza inutili sovrastrutture.

Ci viene facile immaginare “Indi” come un album di polaroid, ognuna con il suo specifico valore simbolico che va ad insinuarsi in ognuno di noi. Ci ritroviamo in un vortice, ricercando dentro di noi quelle emozioni che spesso dimentichiamo, sopraffatti da quello che ci circonda, che è sempre troppo pesante per lasciarci andare.

E quindi Gazzelle ci costringe a fermarci, ad ascoltare più e più volte lo stesso brano per capirne il significato più intimo e profondo. Ad entrarci dentro ritrovando nelle sue parole, le nostre polaroid, quegli stralci di vita che lasciamo sparpagliati nelle giornate che passano senza viverle davvero.

“Indi” però è anche il riassunto di anni di studio. Gazzelle infatti parte ritrovando le sue radici, dal genere che fin dall’inizio della sua carriera l’ha accolto e fatto crescere, trovando però una nuova strada e ritrovando la voglia di cimentarsi con nuovi suoni, nuove produzioni e testi che riaccendono ad una profonda voglia di mostrarsi fragile davanti al suo pubblico.

Ecco questo sesto lavoro dell’artista romano è difficile da collocare in un solo genere. Non è totalmente indie, troppo pieno di produzioni a “cassa dritta” e synth per essere definito tale, ma neanche totalmente pop. Quindi dove lo collochiamo? Beh io lo definirei genere alla Gazzelle. E’ infatti frutto del suo personalissimo percorso che – volendo o nolendo – ha segnato un decennio di storia musicale e che continua a tenerlo ai massimi livelli sulla scena romana.

cover indi gazzelle

Piango anch’io

Un brano che ci racconta la vita, la sua dolce imprevedibilità, quel flusso continuo fatto di momenti in perenne trasformazione. Quegli alti e bassi che coinvolgono e sconvolgono tutti noi. Gazzelle in “Piango anche io” esplora il legame affettivo con la persona a cui si rivolge, ci racconta di una profonda connessione tra i due, la stessa che li porta a vivere emozioni in simbiosi portando l’empatia ad un livello superiore.

Grattacieli meteoriti gli angeli

Il brano, forse il mio preferito tra tutti quelli di quest’ultimo incredibile lavoro, ci racconta del sentimento più travolgente, viscerale, puro e improvviso che un essere umano possa vivere: l’amore. Ecco Gazzelle ci descrive proprio questo, un sentimento che arriva e “brucia dentro” capace di far sovvertire la logica, le priorità e tutto quello che – fino a quel momento – avremmo definito normale.

“Grattacieli meteoriti gli angeli” ci parla di un amore così forte che potrebbe squarciare in due il cielo, far crollare i grattacieli, far scendere gli angeli dal cielo e persino cominciare ad aprirsi al mondo. Un brano che è una vera e propria dichiarazione d’amore, Flavio con queste parole si gioca il tutto per tutto, lascia fuori la paura e si porta dietro il bello che la persona a cui è dedicata gli dona.

Il brano diventa così la metafora perfetta di un’emozione difficile da spiegare, ma impossibile da ignorare.

Noi no

Il brano che ha anticipato il nuovo ep “Indi” e che ha segnato un punto di svolta per questo percorso. Un viaggio nella nostalgia, una riflessione profonda tra i ricordi composti da persone, profumi, emozioni, oggetti che ci portiamo dietro racchiusi nei taschini delle giacche. Tracce di quel che siamo stati e di quel che forse saremo.

“Noi no” ci racconta di un tempo passato, dal sapore dolce amaro che ci riporta ai tempi di “Superbattito“, quando la vita sembrava facile nascosti tra le foglie di una primavera che doveva ancora esplodere. La verità è che questo pezzo parla anche di amore perso tra il vento, ma che continua a vivere nei ricordi belli che ci portiamo dietro.

Stammi bene

Stammi bene” è un brano che sa di rinascita, un pezzo che affronta il distacco e ci racconta il processo di guarigione emotiva che avviene alla fine di una relazione – amicale o sentimentale. Un testo che ci mostra i rimpianti, che ci pone davanti agli errori, alle scelte sbagliate, ma che accetta anche la fine, abbracciando ciò che resta e rendendo sano il distacco.

Gazzelle scrive una vera e propria lettera d’addio, un invito a “stare bene”, a ricordarsi della propria individualità e trovando la forza di ripartire da quella, non dimenticando però le cose che sono successe e le emozioni che abbiamo provato insieme all’altra persona. L’invito è quello di non cadere nel baratro, di affrontare il dolore, di tenere ben stretti i ricordi belli e ricominciare – passo dopo passo – a sorridere.

Come il pane

“Come il pane” ci porta, più che negli altri brani, nella testa e negli occhi di Gazzelle. Un brano che ci racconta le bugie che tutti noi ci raccontiamo per uscire dalla crisi, per mantenere un ordine preciso. Tutto questo però in qualche modo è fallimentare, non possiamo cambiare il flusso del tempo: le cose cambiano, le persone cambiano, tutto cambia è inevitabile, dobbiamo solo imparare a proteggerci.

Da capo a 12

Il brano affronta il tema della fatica emotiva, del dolore che ciclicamente viene a bussare alla porta di tutti noi, inconsapevoli vittime degli eventi. In questo brano Gazzelle ci dà il la per parlare di quella tristezza che ci attanaglia i pensieri, di quel dolore che batte incessante.

Nonostante “Da capo a dodici” sia un brano “alla Gazzelle”, deprimente, riesce comunque a dare quel tocco di speranza che, l’artista, ritrova negli occhi della persona amata.

Foglie

Foglie” è un brano che ci mostra l’immagine di un autunno senza fine, di una malinconia profonda e statica. Gazzelle ci racconta la necessità di ritrovare quel calore che manca ormai da tempo, quella necessità di ritrovarsi stretto in un abbraccio con un’altra persona che lo spaventa e lo confonde, ma lo rende vivo.

Ci mostra il lato che sogna un futuro, che progetta viaggi insieme, che vuole costruire una famiglia che ha voglia di riscoprirsi leggero crescendo insieme ad un altro essere umano. Una confusione che dà speranza, non esiste una rinascita senza una debolezza iniziale in cui trovare la forza per ricominciare.

Il mio amico si sposa

La gioia per un amico che affronta un importante traguardo, ma anche la paura del tempo che avanza e non si ferma. Ecco quello che si cela dietro questo brano che racchiude i dubbi e le paure di un’intera generazione.

“Il mio amico si sposa” è un brano che ci parla dell’ansia sociale, delle aspettative che la società ci impone, dei tempi che sembrano sempre correre troppo velocemente rispetto a quello che viviamo e proviamo. Il desiderio di libertà, una riflessione profonda sull’io, la difficoltà di aprirsi a legami profondi, cercando di mettere in un angolo quel terribile modello di vita tradizionale che ci vuole tutti omologati come burattini.

Tutto qui

Tutto qui” è la ballad che ha conquistato il cuore di tutti a Sanremo 2024, un pezzo che ha raggiunto il settimo posto di un Festival ferratissimo. Un brano che porta al centro del racconto una Roma caotica e difficile, una di quelle che ti attanaglia la mente, da cui vuoi scappare, ti disorienta e ti fa girare la testa, ma che allo stesso tempo diventa la perfetta scenografia per una storia d’amore che deve ancora nascere.

Mezzo secondo

L’amore descritto all’inizio di Mezzo secondo è quello che nasce dagli sguardi incrociati da lontano, quelli furtivi che lanci alla persona che ti attrae senza voler essere scoperto. È fatto di dettagli, di piccoli gesti che impari ad apprezzare, soprattutto nelle prime fasi, quando ancora non hai avuto modo di conoscerla davvero.

Gazzelle ci racconta di un amore difficile, in cui esistono i rimpianti, le cose non dette e quelle non fatte. Un amore che nasce tra le incertezze, le paure, l’ansia di viversi e amarsi reciprocamente senza sentire il peso del mondo sulle spalle. 

Non lo sapevo

L’out di “Indi” è affidato ad un brano che ci pone davanti agli occhi delle immagini evocative in cui il tema della nostalgia e quello del dolore per la fine di una relazione. Gazzelle riflette su quello che si è perso e su quel senso di solitudine che ci attanaglia la mente quando i ricordi riaffiorano.

Ed è scorrendo le foto, mentre si chiude per sempre un album dei ricordi che la nostalgia diventa l’elemento centrale che muove i fili del tutto. Un legame ormai rotto, ma indelebile, mentre il rimpianto per una felicità non riconosciuta emerge con forza.

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