Il 2025 è iniziato già da un po’ e si prospetta un anno ricco di emozionanti novità dal punto di vista musicale, con tantissimi nuovi album in uscita. La musica è continuamente in evoluzione e inevitabilmente risente dei cambiamenti sociali, culturali e tecnologici.
Come cambierà allora la musica quest’anno? Dirlo con certezza è difficile, ma possiamo evidenziare alcuni trend che hanno cominciato a farsi strada nelle nostre playlist nei mesi passati e che sembrano destinati a rimanere in voga nel 2025.
Vediamo quali.
L’uso dell’AI
L’intelligenza artificiale (AI) sta diventando sempre più impattante sulla nostra vita quotidiana, nel nostro lavoro e anche nelle nostre passioni.
Anche nella musica, l’AI sta mostrando tutto il suo potere generativo, dalla creazione di basi musicali mediante specifici software basati sull’intelligenza artificiale fino al supporto alla scrittura dei testi.
È dunque ragionevole credere che nel prossimo anno vedremo questo strumento diventare una competenza sempre più padroneggiata dai professionisti del settore musicale, in particolar modo dai producer.
L’interazione tra creatività umana e generatività artificiale potrebbe dare vita anche a nuovi sottogeneri musicali, che traggono la loro peculiarità proprio da questa commistione tra AI e cantautore.
Playlist POV
Secondo il report Culture Next di Spotify, uno degli utilizzi più frequenti che la Generazione Z fa della musica è quello di impiegare le playlist come una sorta di diario: da qui nasce la denominazione di “Playlist diary” o “Playlist POV” (point of view).
Queste raccolte musicali indicano un insieme di canzoni utilizzato per descrivere momenti molto specifici della nostra vita. Le playlist ci accompagnano in tutti gli avvenimenti e i periodi più importanti, specialmente nelle “prime volte”: il primo grande amore, la prima delusione, ma anche il primo giorno di università, il primo di lavoro.
Avere una playlist che rispecchia il nostro umore in tutte queste fasi della nostra vita ci fa sentire meno soli e diventa così una sorta di colonna sonora della nostra crescita.
Effetto nostalgia
La fetta più ampia del target del mercato musicale oggi è rappresentata principalmente da Millennials e Generazione Z. C’è un trend che sembra funzionare molto bene in questi segmenti di pubblico: l’effetto nostalgia.
Mentre i Millennials sono già nell’età adulta da un po’, la GenZ sta iniziando a metterci piede ora, tra responsabilità sempre più pesanti e sfide quotidiane con la vita “da grandi”. In questo scenario, tutto quello che riesce a riportarci con la mente a un’epoca di serenità e spensieratezza ha il sapore di una boccata d’aria fresca.
Ecco perché moltissimi prodotti culturali, dal cinema alla tv e anche nella musica, stanno riscoprendo l’effetto nostalgia, improntandosi su richiami agli anni Novanta e Duemila e riportandoci indietro nel tempo.
Anche in musica, quindi, potrebbe essere sempre più frequente l’utilizzo di basi dalle sonorità pop dei primi 2000, con riferimenti alla cultura di quegli anni tanto nel sound quanto nei testi.
Ma l’effetto nostalgia riguarda anche tutta l’identità visiva di un brano o di un album: anche qui i richiami al passato non mancheranno. Un esempio? La grafica pixelata e retrò di Hello World dei Pinguini Tattici Nucleari.
Audio in trend
Quest’estate abbiamo assistito alla totale dominanza della Brat Summer, un momento in cui i social sono stati completamente invasi da estratti dell’album Charlie XCX. Si è trattato di una strategia pubblicitaria pensata proprio per rendere virale il disco ancora prima che uscisse.
La viralità di un audio sarà sempre più importante, forse troppo, tanto che già diverse star hanno dichiarato sui propri canali social di essere state costrette dalla propria casa discografica a raggiungere un certo numero di views tramite reels o tiktok prima di poter rilasciare una traccia.
Ma tralasciando per un attimo l’etica di questa strategia, possiamo affermare che il rendere virale un audio crea senz’altro hype attorno all’uscita della traccia. Facendo di un brano un trend, inoltre, è possibile farlo conoscere anche a un nuovo pubblico grazie alla visibilità offerta dai social.
L’ascesa dei listening party
Durante l’ultimo anno abbiamo visto crescere sempre di più un nuovo format di ascolto, il listening party. Non si tratta esattamente di un concerto, bensì di un evento in cui un artista, in occasione del rilascio del suo nuovo album, lo ascolta insieme ai suoi fan. Non viene dunque prevista un’esibizione live, ma una semplice riproduzione delle tracce.
Ci sono ancora alcune incertezze attorno a questa pratica. Ad alcuni, infatti, sembra una mossa mirata solo a ottenere un guadagno dai fan che pagano un biglietto non per ascoltare musica dal vivo ma semplicemente per condividere per una sera lo spazio con il proprio artista preferito (e, in effetti, non hanno tutti i torti).
La sfida per i musicisti che intendono sfruttare questo tipo di evento nel nuovo anno sarà quella di trovare un modo per superare le resistenze dei fan più scettici e coinvolgere maggiormente il pubblico.
Musica sostenibile
Infine, un grande trend che si sta già affermando da parecchi anni è quello della sostenibilità.
Questo include l’utilizzo di materiali eco-friendly per la realizzazione dei dischi (come ad esempio i vinili non in PVC) e dei gadget del merch. Ma anche le esperienze live saranno sempre più importante ad avere il minor impatto possibile sul pianeta. L’obiettivo sarà perseguito, ad esempio, tramite il calcolo del dispendio energetico necessario per un concerto, così come della CO2 emessa per tutto il tour e lo studio di strategie mirate alla sua riduzione.