corso italia

Corso Italia, ci raccontano il loro primo album

Primo album per il duo composto da Oliviero Caldini e Mattia Tinivella con Corso Italia, titolo che riprende il nome della band; pubblicato per INOX con distribuzione ADA Music Italy, vuole essere un manifesto della contemporaneità.

“Corso Italia” è il titolo del vostro primo album e si basa principalmente sul concetto di “complementarità”. Vi va di parlarci meglio di questo progetto?

E’ un album in cui emergono le nostre personalità diverse che si incontrano e creano una connessione particolare e innovativa. Un esempio che mi viene in mente ora è che magari io sono delle volte sono un po’ più fumino, non so come posso dire. E in alcune situazioni interviene Oli, perché se magari intervengo io è peggio. Questa differenza caratteriale abbiamo cercato di riportarla anche nella musica per ampliare quello che è il nostro stile, fondendolo con le nostre voci che sono diverse e con suoni più riconoscibili.  

Io personalmente rappo molto di più e ho una voce più graffiante, Oli invece ha una voce più soave e si presta meglio a delle strofe più fresche: ci completiamo e costruiamo un nostro stile, unico.

Diciamo che questa sinergia si trova anche all’interno di quelli che sono i vostri brani, perché comunque spaziano tra i vari generi, come effettivamente siete riusciti a trovare questa complementarità tra di voi, visto che appunto, come ho detto litigate spesso anche se è top?

A livello musicale è stato molto naturale, diciamo. C’è la complementarietà nelle canzoni nell’unire diciamo anche due generi, questa cosa viene un po’ naturale. Poi magari, chiaramente, per fare le le tracce bisogna dire grazie alle produzioni che sono state fatte da Duke che ha trovato la nostra chiave di lettura e ci ha fatto lavorare questo in modo diretto, senza cambiarci.

A quale pezzo siete maggiormente legati dell’album?

Cioè di base siamo un po’ legati a tutti, cioè poi oltre la soggettiva della cosa, perché magari una canzone viene più da uno e poi c’ha fatto l’innesto l’altro. Quindi sì, è un po’ soggettivo tutto. Però di base, siamo molto affezionati a tutte le canzoni entrambi, perché nulla è il nostro primo album e c’è quella, non so come spiegare, c’è quella magia lì che dici cazzo ma sono 8 canzoni. Cioè diciamo da artisti emergenti è un piccolo traguardo e quindi siamo anche emozionati che esca era tipo tantissimo tempo, si diceva che si, che si doveva fa un album insieme.

Nel corso della vasta carriera avete aperto a big e amici, quale tra tutte le esibizioni vi è rimasta maggiormente impressa?

Vabbè allora cioè diciamo allora siamo un po’ indecisi su questa cosa. Ti si racconta quella quando si aprì a Ketama vicino a Firenze, eravamo entrati tipo da un mese nell’etichetta e ci siamo ritrovati davanti a 3000 persone per aprire a lui. E ovviamente il suo pubblico è un po’, come posso dire, ostile nei confronti di chi apre i suoi concerti no? Ci siamo presi pure un pò di “scemo scemo” però alla fine è stato divertente.

Come descriveresti la tua musica a chi non vi ha mai ascoltato

Allora ti direi innovativa e swag.

3 canzoni che non possono mai mancare nella vostra playlist

Allora “videotec” dei Radiohead, “Ad esempio a me piace il sud” di Rino Gaetano e infine “Indietro” di Tiziano Ferro.

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