Angelica Bove è una giovane cantante romana classe 2003, che con la sua voce ha colpito pubblico e addetti ai lavori per profondità e intensità. Scopre le sue potenzialità vocali nella vasca da bagno e utilizza i social per condividere il proprio talento con il mondo. A 19 anni comincia a pubblicare cover di grandi successi su TikTok, mossa dalla necessità di esprimersi, e si rende così conto che la sua voce può essere uno strumento tramite cui può raccontare e raccontarsi. A giugno del 2023 decide di trasformare la sua passione in una carriera, iscrivendosi ai casting di X Factor.
Sin dalla prima audizione, Angelica Bove riesce a stregare pubblico e giudici, affermandosi come uno dei talenti più promettenti della 17ª edizione del talent. Durante le semifinali presenta l’inedito L’inverno, scritto da Tananai, Davide Simonetta e Paolo Antonacci, e pubblicato il 1° dicembre 2023. Con la sua musica, l’artista vuole esprimere le proprie emozioni libera da ogni giudizio, raccontando malinconia, tristezza e dolore senza alcun tabù. Angelica Bove tornerà venerdì 4 ottobre con il suo singolo “Bellissimo e poi niente”, disponibile su tutte le piattaforme digitali.
Di recente sta partecipando a Sanremo Giovani 2024, dov’è stata selezionata tra i 24 artisti in gara, con l’inedito “La nostra malinconia“.
La nostra malinconia è il tuo pezzo in gara a Sanremo Giovani, come nasce questo brano e perché la scelta di portarlo in gara a Sanremo?
Allora nasce dopo tante belle chiacchierate con il mio team di autori e produttori, nonché Paolo Antonacci, Davide Simonetta e Alessandro Raina che stimo moltissimo artisticamente ma anche umanamente. Nasce così, tra un po’ di chiacchiere, un po’ di segretini e un po’ di gossip in studio. Da lì, sono state prese un po’ delle cose che ho detto ed è nata “La Nostra Malinconia” e il brano uscito prima, “Bellissimo e poi niente”. Come mai Sanremo Giovani? Beh allora.. è successo semplicemente che è stata mandata una demo, su whatsapp, nel momento in cui mi hanno mandato la demo, avevo capito che era lei, ma senza sì e senza ma era lei e si doveva cantare lì, su quel palco. Un colpo di fulmine fin dal primo attacco con la chitarra rock.
E come nasce il rapporto con il tuo team?
Stiamo imparando a conoscerci e quindi è una cosa che va sempre meglio, entriamo sempre un po’ più in intimità, in profondità. Sono dei grandissimi professionisti, per me è un vero onore lavorare con persone così preparate da cui apprendere tantissimo; ci lega un forte amore per la musica ed è bello riuscire a conoscerci attraverso la musica, la scrittura e le prove.
Prima di Sanremo Giovani c’è stato X Factor cosa ti porti dietro di questa esperienza e quanto sei effettivamente cresciuta musicalmente?
Ma a parte musicalmente, sono cresciuta tantissimo. Il modo in cui ho sbagliato, il modo in cui l’ho vissuto, gli errori che ho commesso, mi hanno aiutato tantissimo a crescere, a capire i miei limiti e a farli miei così da migliorarmi, correggendo i miei errori.
Ho imparato ad accettare quello che è un po’ la macchina discografica che ti vuole sempre sul pezzo, sempre pronto. Io non ero pronta perché era la mia prima volta in TV, prima volta in quella macchina lì che proprio per me era tipo un demone. Cioè chi la conosceva? Io non sapevo nulla di tutta questa roba, semplicemente è stato un modo per me di conoscere quello che potevo aspettarmi dopo, se avessi scelto di approfondire.
E che succede? Succede che dopo X Factor decido definitivamente di fare questo nella vita. Perché io in realtà durante il programma non volevo farlo, non ero ancora sicura di volerlo fare. Invece questa esperienza mi ha fatto capire che volevo fare questo nella vita. Quindi credo sia stata proprio una crescita necessaria sia dal punto di vista musicale, ma anche umana perché in questo modo ho cominciato a frequentare l’ambiente, i musicisti e questo ti fa crescere tanto.
E questa cosa m’ha cambiato proprio le sinapsi del mio cervello, cioè è cambiato tutto. Sono proprio cambiata io, perché per la prima volta sono entrata in un mondo, in una dimensione dove non ci sono solo io, ma ci sono tante persone che parlano quella lingua che vorrei parlare io per tutta la vita e mi ha arricchito proprio come persona. Ma la cosa bella di questo lavoro è anche proprio le conoscenze, cioè conoscere tante belle persone e quella roba lì è tutto. Cioè per me conoscere belle persone è tutto, è l’obiettivo della mia vita.
La tua musica racconta tanto di te, delle tue perdite e delle tue ferite. Ti spaventa mostrarti così vulnerabile al pubblico?
No, altrimenti non lo farei. Non ho paura di questo perché veramente altrimenti non l’avrei mai fatto. Io sono proprio così, di mio, il mio carattere è così espansivo, non ho problemi, non ho paura, anzi voglio farlo. Io voglio che tutti sappiano i cavoli miei. È comunque una cosa che non posso controllare. Non posso sapere come vengono interpretate le cose che dico, per questo va bene così, non mi importa.
E qual è il rapporto con il tuo pubblico? Cioè ti è mai arrivato qualcuno che si riscontra nelle tue parole, che magari ti racconta la sua storia come fai tu?
Sì, sì, sì, sì, sì. La cosa che mi capita più spesso quando cammino e mi riconoscono è che piangono, cioè mi guardano e scoppiano a piangere. Quello è un regalo meraviglioso, cioè quella è una delle cose più belle che mi capita, mi carica da morire. Mi fa proprio pensare “madonna, ma io questo devo fare”. Cioè io voglio fare questo per sempre, per tutta la vita. E la cosa bella è che si finisce sempre in chiacchiere molto intense con le persone che mi riconoscono per strada. Se ho tempo succede che ci facciamo due minuti di pianti: daje fratello, daje sorelle, daje. Mi piace dedicarmi alle persone mi seguono, una bella chiacchiera, un po’ di gossip, un piantino.
Qual è il processo creativo che c’è dietro una tua canzone, come ti relazioni all’ispirazione e qual è il momento in cui l’arte arriva?
Io mi appunto tante cose, quello che faccio è vivermi la vita, me la vivo proprio, cioè non penso devo fare la musica, devo fare no, io vivo la vita. Poi succede che mi trovi in studio, appunto, con la mia squadra. Io al momento non scrivo i miei pezzi, quindi porto la mia visione in una sessione in studio e lavoriamo insieme su quello che poi uscirà.
E ti piacerebbe cominciare a scrivere?
Io sto lavorando di nascosto e sto scrivendo tantissimo, sono sicura che succederà. Non so quando, ma mi sveglierò una mattina e dirò: “ora sono pronta per scrivere una canzone”. In quel momento sarà magico perché per quanto sia bellissimo fare l’interprete, è altrettanto bellissimo cantare qualcosa che ho scritto io, è una cosa meravigliosa e non vedo l’ora che accada. Per adesso mi godo la vita da interprete che non è per niente male, affiancata da autori del genere, ancora meglio.
Come descriveresti la musica di Angelica Bove a chi non ti conosce?
Vera, senza maschere. Questo sono, la musica rispecchia tutto quello che sono.
Quali sono le tre canzoni che non possono mancare nella tua playlist?
Guardo al volo la mia playlist, allora: “Floating Parade” di Michael Kiwanuka, “Love in Rimini” di Peter and Magician, “Stop Crying Your Heart Out” degli Oasis.
Ascolta l’ultima uscita di Angelica Bove