Cicco Sanchez, nato e cresciuto a Torino, è un artista e autore urban pop. Comincia a scrivere a 14 anni realizzando da sé, nella sua cameretta, la sue produzioni e trovando nella scrittura l’evasione da una realtà famigliare complicata. Torna con un brano introspettivo intitolato “Aria”.
“Aria” è il tuo ultimo progetto musicale, ti va di raccontarci qualcosa in più su questo nuovo singolo?
“Aria” è un brano a cui tengo davvero molto, è un pezzo sicuramente introspettivo e spero che trasmetta proprio quello che sentivo io quando l’ho scritto. È nato da un’esigenza personale, da una grande mancanza e diciamo che è stato molto terapeutico scriverlo. È un brano nato voce e chitarra e abbiamo deciso di mantenerlo acustico per conservare quell’ intimità anche nel sound.
Facciamo un piccolo passo indietro e torniamo a “Girasole” che ha ottenuto il suo primo disco d’oro con 80 milioni di streaming: com’è stato ricevere questo riconoscimento?
“Girasole” è nata in un pomeriggio in studio con JVLI quando ci siamo conosciuti, è stata la prima session insieme e il nostro primo disco d’oro. Sono molto felice dei risultati che ha ottenuto e sicuramente non ce lo aspettavamo quando quel giorno la stavamo scrivendo.
Nel tuo percorso artistico hai fatto feat con Casadilego, Fred De Palma e Axos: come nasce la sinergia con altri artisti e soprattutto qual è il feat che sogni di fare?
La sinergia giusta nelle collaborazioni sicuramente arriva da un certo feeling proprio a livello umano, prima ancora che musicale, poi la musica arriva subito dopo. È una cosa molto bella secondo me quando si mixano due mondi anche diversi come magari il mio e quello di Casadilego, piuttosto che il mio e quello di Axos, perchè si creano comunque cose incredibili. Mi piacerebbe molto fare un feat. con Federica Abbate con cui collaboro già in campo autorale.
Come nasce una canzone di Ciccio Sanchez, cosa ti porta a tirare fuori le tue emozioni e a trasformarle in musica?
Le mie canzoni nascono spesso voce e chitarra o voce e pianoforte; vengono prodotte in un secondo momento. Molto spesso nascono in studio ma anche a casa o in giro, mi vengono delle idee che magari scrivo nelle note del telefono e poi le sviluppo quando vado in studio. I miei brani sono tutti autobiografici quindi nascono da un’esigenza personale, parlano e raccontano di momenti vissuti o che sto vivendo nel presente.
Come descriveresti la tua musica a chi non ti ha mai ascoltato?
La mia musica è happysad, che è un pò il mio mondo. Ho sempre fatto fatica ad identificarmi in un genere tant’è che quando ho iniziato molto giovane a scrivere canzoni, di generi musicali ne ho sperimentati un pò però alla fine io rimango sempre lo stesso quindi è più una questione di vibes, di stati d’animo e “we are happy sad” è il mondo che mi sono creato.
3 canzoni che non possono mancare nella tua playlist
“I Giardini di Marzo” di Lucio Battisti, “Best Friend” di 50 Cent e “Stay” di Post Malone. Ce ne sarebbero molti in più ma devo dirne solo 3.