Siamo stati al pre-ascolto del nuovo album di Anzj, “Illumina” (Columbia Records/Sony Music Italy), e siamo qui a raccontarvi un po’ cosa ha combinato in questo nuovo progetto che sarà disponibile su tutte le piattaforme digitali da venerdì 4 ottobre.
Per chi non lo conoscesse, Anzj (Andrea Anzivino) è un produttore e musicista milanese classe ’99, che ha la passione per la musica fin da bambino. Nasce come produttore, ma non si sentiva abbastanza rappresentato, decidendo così di metterci la voce.
Inizia a pubblicare su SoundCloud brani strumentali, seguiti poi da altri con voce e testi. Dopo una serie di uscite che lo definiscono un cantante indie, decide di cambiare strada ponendosi l’obiettivo di far emergere di più le sue passioni abbandonando le “mode del momento”. Con questo nuovo progetto esplora una nuova dimensione, muovendosi attraverso nuovi sound. L’artista vuole dare voce a ciò che accade attorno a lui, creando immaginari sempre nuovi: i suoi brani, infatti, non sono circoscrivibili ad alcun genere, ma spaziano dall’hyperpop al pop elettronico con accenni all’avant-garde pop, restando sempre coerenti con il suo stile unico e attraversato da una forte impronta introspettiva.
In questo album di debutto, Anzj ci invita a entrare in contatto con la sua luce interiore. Il titolo del disco infatti è “Illumina” e vuole trasmettere un messaggio profondo: ognuno di noi ha il potere di illuminare il mondo che lo circonda attraverso la propria creatività, trasformandolo, mutandone i colori e la forma.
L’artista racconta così il suo album:
“Con questo primo progetto cerco, tramite la musica, di “illuminarmi”, ovvero di esprimere la mia creatività a 360 gradi, e vorrei proprio diffondere questa luce a chi mi ascolta. Inizio io a illuminarmi, lo trasmetto a qualcuno e così via, finché non si crea una comunità di persone che si illumina e che, quindi, riesce poi a comunicare sé stessa”.
Le sonorità, caratterizzate da un hyperpop dall’ampio respiro, fanno di questo long-playing un perfetto ponte tra il mainstream e le nuove tendenze della musica contemporanea. Tutta la comunicazione di “Illumina” dialoga così nelle sue singole parti, partendo da un concept libero dal concept.
Durante la realizzazione di questo progetto, Anzj sente il bisogno di trovare un collante tra le undici tracce e decide di affidarsi alla chitarra di Ale Buio (Alessandro Biagiotti). Il suo registrato risulta così molto midwest, emo e punk. In particolare, il suo aiuto è stato fondamentale per i brani: “Somma di noi”, “Crepuscolo”, “Per un attimo con te”, “Rossetto” e “Sei ancora lì”.
L’album si può dividere in due parti: la prima più esistenzialista, con tematiche più profonde; la seconda è più tranquilla, con tematiche che si affrontano nella quotidianità.
La tracklist è:
- Entrata, Ingresso
- Somma di noi
- Surf
- Rallenti il tempo
- Due giorni
- Crepuscolo
- Per un attimo con te
- Rossetto
- Fever dream
- Sei ancora lì
- Uscita, Finale
Vi racconto uno ad uno i brani.
Partiamo da “Entrata, Ingresso”. È il preludio di quello che sarà il viaggio dell’album. In questa fase l’artista si ritrova schiavo delle dinamiche basate sulla F.O.M.O. legate ad una grande città che ti porta ad avere la paura di rimanere esclusi rispetto a quello che accade intorno a noi. Anzj racconta il cambiamento che ha vissuto, partendo dal momento in cui la musica era solo una passione, fino a quando non è diventata un lavoro vero e proprio. Quindi l’ascolto inizia con una sorta di redenzione che parte dal punto più basso della sua vita.
“Somma di noi” è la traccia più esistenziale del progetto. Qui viene affrontato il tema del mistero, della perdita di una direzione e della volontà di autodefinirsi, proprio perché l’essere umano non conosce le cause della vita. È anche il brano più elettronico, con un drop completamente strumentale.
Il terzo brano, “Surf”, rappresenta la volontà di uscire dalla ciclicità e dalla quotidianità. Da qui Anzj vive una presa di coscienza e si rende conto di ciò che ha solo nel momento in cui lo perde, esplorando la sensazione che si prova quando non riesce più a vedere quello che vorremmo nella sua interezza.
Passiamo a “Rallenti il tempo” che è l’unica ballad dell’album. Il brano più classico e pop del progetto. Anzj descrive la sensazione che attraversa una persona quando è in sintonia con qualcun altro: sembra che il tempo si fermi, tanto da voler rimanere intrappolati in questi istanti.
Continuiamo con “Due giorni”, che narra della quantità di cose che possono cambiare. “Tratta una storia vera”, afferma Andrea, “nell’arco di due giorni ho ricevuto notizie che hanno rivoluzionato la mia quotidianità”. Vi è l’esplorazione di nuovi suoni unito a componenti acustiche come l’electric piano (ibrido tra acustica ed elettronica).
“Crepuscolo” è la traccia più oscura dell’album in cui l’artista racconta le paranoie che tengono svegli la notte. Qui Anzj sperimenta il sintetizzatore della Yamaha, tramite cui realizza quasi tutti i suoni, iniziando quasi una sfida personale: l’artista, infatti, vuole oltrepassare i limiti di questo strumento.
Da qui in poi iniziano le tracce più speranzose. Iniziamo con “Per un attimo con te”: traccia romantica, è una vera dichiarazione da parte dell’artista, che vuole conoscere una persona e passare del tempo con lei, tanto da essere disposto a fare qualsiasi cosa. Questa è la canzone che fa meglio da ponte tra il linguaggio mainstream/pop e quello che Anzj vuole portare al pubblico mediante l’evoluzione della sua musica. È il perfetto punto di collegamento tra lo stile passato e quello presente.
“Rossetto” è il continuo naturale di “Per un attimo con te”. È la trasposizione di una storia inizialmente ipotetica all’interno di un rapporto reale che, concretizzandosi, diventa passato.
“Fever dream” è a tutti gli effetti la messa in musica di un sogno febbrile: malinconica, nostalgica, con suoni crudi e distorti che evocano le sensazioni del fever dream: confusione totale. Gli elementi principali sono chitarra e bassi. Man mano che andiamo avanti si spoglierà sempre di più, diventerà più classico e reinterpretato.
Siamo al penultimo brano, “Sei ancora lì”. È nato da un riff di chitarra scritto dall’artista in stile midwest. Su questa traccia Andrea sperimenta moltissimo a livello strumentale e inserisce due ritornelli senza voce. La sua particolarità sta nella grande energia data dai drums, che si sposa con l’emotività della chitarra. Emozioni ed energia, elementi rappresentativi della tipologia di musica di Anzj, sono ben chiari anche in questo brano.
L’ultimo brano è “Uscita, Finale”. L’outro è un ringraziamento al padre dell’artista. Racconta del rapporto che hanno, della paura del futuro, di crescere e di diventare adulti. L’album si chiude con delle campane funebri che suonano una melodia “speranzosa”.
Dopo questa traccia di chiusura, la speranza dell’artista è far captare sensazioni diverse a un secondo ascolto dell’album.
Dopo questa analisi posso solo dirvi di ascoltarlo perché vi immergerete in una storia cantata e strumentale. Album concept con pezzi tutti collegati che raccontano un po’ Anzj, e probabilmente potreste anche ritrovarvi. Se poi vi affascina, sappiate che (spoiler) sta lavorando a dei live.