Per la sua terza volta sul palco dell’Ariston, Francesca Michielin presenta “Fango in Paradiso“.
“Una ballatona strappalacrime”, come la definisce lei stessa, in cui racconta il dolore provocato dalla fine di una storia d’amore. Un testo molto diretto, che ci fa capire quanto la storia raccontata nella canzone sia sentita da Francesca. Tant’è che lei stessa ha raccontato di essersi commossa alle prove in teatro, e l’emozione era visibile ad ogni sua esibizione.
Emozione che è riuscita a trasmettere forte e chiara. Noi tutti abbiamo dovuto affrontare la fine di un amore, riusciamo a trovare il nostro vissuto nelle parole scritte dalla Michielin.
Dopo centomila lacrime
Le grondaie cadono
Il pezzo comincia con questa metafora decisamente evocativa: come le grondaie giungono al punto di rottura quando hanno raccolto troppa acqua, anche noi ci rompiamo dopo troppe lacrime, troppa sofferenza.
Non so se vorrei rifarlo
Quasi speravo tu mi avessi tradito
Dopo la fine di una storia d’amore, può capitare di arrivare a dubitare di sé stessi e del proprio futuro. Dopo tanta sofferenza, ci si chiede se valga la pena di riaprire il proprio cuore, adesso che si conosce il dolore che fa quando si spezza.
Sarebbe più facile star meglio se ci si potesse concentrare solo sul male che il proprio ex ci ha arrecato. Francesca in questo caso quasi avrebbe sperato di esser stata tradita. Almeno avrebbe potuto aggrapparsi all’odio per il proprio ex per rendersi conto che la fine della storia era la cosa giusta. In questo “odio” avrebbe potuto trovare la forza per andare avanti.
Mi hai fatta piangere fuori dallo stadio
Ma avrei voluto fosse tutt’altro
Grande tifosa della Juventus, per Francesca lo stadio è un luogo in cui se si piange è solo di gioia. Invece, il suo ex l’ha portata alle lacrime anche in un luogo che per lei rappresenta felicità pura, passione ed amore per lo sport.
E quanto amore sprecherò
Quanti vetri rotti
Che sono plastica
Per i tuoi stupidi occhi
Il ritornello rappresenta la frustrazione che si prova nel rendersi conto di aver donato il proprio cuore, il proprio amore, a qualcuno di non meritevole. Ad un qualcuno con degli “stupidi occhi” che non sono stati in grado di cogliere i segnali di una rottura, tanto da scambiare vetri rotti per plastica.
Mi dispiace però a volte capita
Di volersi sempre o mai più
Tutte le storie d’amore iniziano con il piede giusto – o almeno dovrebbero. A volte capita però che anche il rapporto più idilliaco si possa rompere all’improvviso.
Non mi aspetto niente di sensato
Da chi l’edera la compra già finta
E poi in estate la tiene su un balcone, in un vaso
Sappiamo tutti che l’edera finta non ha bisogno di sole. Eppure, esporla in un bel vaso sul balcone “fa scena”.
L’edera finta non ha in alcun modo bisogno di sole, non avrebbe quindi senso metterla sul balcone, se non per pura estetica. Quest’azione dimostra superficialità, nonostante in sé sia banale, ma in un momento di crisi scatena tanti dubbi: se una persona mostra superficialità anche nelle cose più piccole, come si può sperare che sia seria e impegnata in quelle più significative?
Chissà con chi farai un figlio
Se poi cambierai indirizzo
[…] Chissà se ti vedrò in giro
Se avrò perso, se avrò vinto
Se c’è fango in paradiso
Ci sono ancora molti dubbi in queste situazioni, tante domande senza risposta. Tutti i progetti condivisi sono ormai svaniti, ma resta sempre il pensiero: “Chissà cosa riserverà il suo futuro, chissà se riuscirà a realizzare quel sogno che coltivava.”
Senza volerlo, un’esperienza difficile lascia segni invisibili che influenzano il modo in cui percepisci l’amore. In questo caso, ti fa capire che dietro una storia che sembra perfetta all’esterno (il “Paradiso”) si possono celare numerosi problemi, ostacoli e sofferenze (il “fango”).
“Fango in paradiso” è una canzone da vivere con il cuore aperto alle emozioni, e l’interpretazione intensa e sincera di Francesca riesce inevitabilmente a toccare le corde più profonde della nostra anima.